L'Operazione di Salvatore di Gesualdo attraverso trascrizioni, revisioni, nuova letteratura e didattica. ![]() In base alle peculiarità “espressive” della fisarmonica, grazie all'articolazione del mantice, dei fraseggi e del tocco dell’esecutore, Salvatore di Gesualdo ha inventato il concetto di “polifonia differenziata”, cioè a stabilire una “differenziazione” nella polifonia tra le singole voci che stabilisce una nuova visione esecutiva, non emulativa dell'organo e del cembalo, ma comparativa e propositiva di nuove soluzioni interpretative. Il Maestro ha vissuto fino a 28 anni a Cansano (Aq), un piccolo paese della provincia di circa 1000 anime. In questo contesto decentrato non vi era la possibilità di respirare la musica colta dei conservatori e quindi il suo primo e unico punto di riferimento era il papà Lorenzo che suonava la chitarra da dilettante. Fu questo quindi il suo primo strumento con il quale già all'età di cinque anni era diventato - a livello locale - un fenomeno e aveva dimostrato grande interesse e talento per la musica. In aggiunta a questo era attratto e affascinato dalla radio, ascoltava importanti organisti: Luigi Ferdinando Tagliavini, Ferruccio Vignanelli, Ireneo Fuser. La suggestione che ne riceveva dal suono tenuto lo portò a chiedere al padre di fargli studiare l'organo ma in paese non c'era e ricevette in regalo all'età di 10 anni la prima piccola fisarmonica rossa Paolo Soprani con ottanta bassi. Dopo aver ricevuto i primi rudimenti di teoria musicale dal padre proseguì gli studi con le scuole commerciali ed iscrivendosi all'università, solo successivamente, a 21 anni, iniziò seriamente a studiare la musica seppur in modo irregolare. Le prime lezioni di armonia le prese da un maestro di composizione di Pescara, Rosolino Toscano, successivamente conobbe Boris Porena con il quale concluse gli studi di composizione al conservatorio di Pesaro, fece anche un anno di direzione d'orchestra a Roma con Ferrara, riuscì in 2/3 anni a bruciare i canonici 10 anni di conservatorio malgrado una bocciatura seguita da un giudizio estremamente negativo subito al 4° anno di composizione! Salvatore di Gesualdo Gli incerti confini del repertorio fisarmonicistico (e comunque nell'ambito della musica popolare e popolaresca) e l'utilizzo dopolavoristico che se ne faceva avevano causato a di Gesualdo difficoltà enormi per imporsi come concertista di fisarmonica ed è quindi difficile definire un vero e proprio debutto come per i colleghi violinisti o pianisti. L’attività del di Gesualdo è caratterizzata all’inizio soprattutto da una lotta continua verso e contro le istituzioni musicali e culturali che gli negavano l'ingresso nei propri calendari, nelle loro associazioni e stagioni musicali, di conseguenza si può considerare come debutto la vittoria nel 1962 a Salisburgo del Trofeo Mondiale di Fisarmonica. Tuttavia questa rappresentò per lui anche il divorzio ufficiale dalla fisarmonica corrente, per dare inizio ad una ricerca, durata anni di lavoro e sofferenze, privazioni ed esclusioni, che denotano con certezza, riguardo i suoi studi fisarmonicistici, la sua natura di "autodidatta integrale" per sua stessa definizione. La sua tecnica fu ricercata attraverso la viva esperienza e il suo particolare strumento: uno strumento con due manuali, destro e sinistro, aventi ambedue la possibilità di avere note singole e quindi di esprimere la polifonia. In realtà tentativi di utilizzare la fisarmonica come strumento da concerto c'erano già stati: tantissimi fisarmonicisti con l'idea di sganciarla dal clichè popolare e popolaresco non avevano fatto altro che ghettizzarla un'altra volta in una concezione ideologica dello strumento dopolavoristico, saccheggiando tutta la letteratura del melodramma per eseguire overture, sinfonie, preludi, "traviate", "gazze ladre" e così via. Quello di Salvatore di Gesualdo risulta essere invece il primo tentativo concreto di ricerca con presupposti di organicità e scientificità perché affiancato dallo studio collaterale della musica antica e tutti i problemi connessi e la sperimentazione di una tecnica specifica, staccata dalla tradizione della fisarmonica. In aggiunta alla musica antica, grande attenzione viene anche rivolta alla musica contemporanea, con il bisogno di viverne l'esperienze con rinnovata autonomia, attraverso un mezzo in grado di offrire nuove possibilità di espressione al linguaggio musicale del nostro tempo, potendo anche contare sul lavoro di illustri compositori che avevano visto in questa "nuova fisarmonica" la possibilità di allargare lo spettro acustico degli strumenti musicali nobili. La Fisarmonica, come strumento nuovo e individualissimo, rappresenta quindi un'alternativa ai grandi strumenti polifonici del passato oppure l'integrazione: per esempio la possibilità di tenere una nota ed elaborarla dal punto di vista della dinamica e dell'intensità, cosa che l'organo non può fare (a tal punto definiva questo strumento con un po' d'ironia "una gigantesca fisarmonica ad espressione fissa") e nemmeno il pianoforte che ha dal suo canto l'evanescenza del suono ma non può trattenerlo. Ciò che ha incoraggiato una mutazione nella sua vita, convertendolo in uno studente modello, è stato l'incontro con la Kunst der Fuge di J.S. Bach: da lì a poco, infatti, iniziò a dedicarsi alla realizzazione del suo grande sogno: riprodurre sulla sua "scatola sonora" (la fisarmonica) quei suoni arcaici che sentiva durante il concerto delle dieci della Domenica a Rete Azzurra. Il giovane di Gesualdo inaugura così una fase di studio intenso e proficuo, isolandosi spesso: lo studio dello strumento durante tutta la giornata lasciava poi spazio dalle ore 23 allo studio "silenzioso" di partiture di vario genere. L'esigenza di una reale concentrazione e un certo studio "silenzioso" lo accompagnerà per tutta la vita. In particolare, d'estate, di Gesualdo trovava questa dimensione ideale di studio nella sua casa a Talla, paesino in provincia di Arezzo, nel Casentino, che sembra aver dato i natali a Guido d'Arezzo. Il decennio 1960/70 rappresenta un periodo molto importante per di Gesualdo: dopo i primi risultati in alcuni concorsi nazionali ( il già citato XII Trofeo mondiale a Salisburgo del 1962) il concerto per la Camerata Musicale Sulmonese del18 Novembre 1962 in qualche modo può rappresentare il suo debutto. Ha inizio il proiettarsi verso la professione di "solista inventore", aprendo nuove prospettive al suo strumento e inaugurando l'inizio di una nuova stagione del concertismo per quello strumento. Si avvia così il passaggio della fisarmonica, usata finora quasi esclusivamente per la musica popolare , a strumento classico, il cui repertorio parte dalla letteratura antica da tasto e si proietterà anche verso la musica contemporanea. ![]() Salvatore di Gesualdo ha scritto la voce "Fisarmonica" del DEUMM (Torino 1995) e , ancora di tale importanza e rilevanza, vi è dal 2005 in poi il lavoro di scrittura e stesura dei quattro volumi dedicati all'Arte della Fuga. Il titolo preciso è "Kunst & Fuga", questo perché non sono dei volumi di mera analisi della Fuga ma sono il pretesto per raccontare e dire tutto ciò che sentiva dentro rispetto all'Arte della Fuga stessa, alla musica in generale, alla fisarmonica, rispetto alla situazione del fisarmonicista e del musicista oggi. Una specie di diario di bordo in cui lui racconta la sua esperienza di musicista ma anche di ricercatore e compositore. Di questi volumi sono già stati pubblicati il primo, il terzo e il quarto. Il primo è probabilmente quello più criptico perché contiene soprattutto aforismi, schegge di considerazioni acide e caustiche sul mondo della musica e solo cenni storici riguardanti l'Arte della Fuga. Il terzo ha come sottotitolo "Exit" ed è in particolar modo un lavoro autobiografico scritto da di Gesualdo dopo un episodio molto drammatico della sua vita. Cieco da un occhio sin dall'adolescenza a causa di un incidente accaduto a scuola, si ritrova totalmente non vedente per alcuni mesi in seguito ad un problema avuto all'altro occhio. Posto di fronte al muro dell'invisibilità si trova a dover ripensare la sua vita e molti racconti presentati descrivono, anche con ironia, questo dramma. Questo volume è molto carico a livello emotivo, lo riporta alle radici, alla sua infanzia in Abruzzo, ai suoi ricordi legati alla guerra vissuta sulla propria pelle, al profondo dolore per una terra espropriata dalla mafia. Il quarto volume affronta invece in un modo molto bello e sentito il discorso dell'interpretazione e del suo valore altissimo. Il secondo volume, non ancora prodotto, dovrebbe contenere oltre cinquecento pagine ed è completamente dedicato all'analisi musicale e compositiva dell'Arte della Fuga. La vita rimane sicuramente incompiuta per tutti, tantissimo ha fatto e tanto avrebbe ancora potuto fare Salvatore di Gesualdo colmando per esempio il rammarico di un'unica incisione discografica praticamente reperibile in aggiunta alle tante passioni che pur in età avanzata continuavano ad essere presenti. Fortunatamente sono rimaste le registrazioni audio di tre concerti ed un master inediti. Un Maestro purtroppo d'altri tempi che ha sempre pensato alla Musica con la "M" maiuscola ed è stato addirittura inizialmente contrario all'ingresso della fisarmonica nei Conservatori proprio perché era per lui ancora uno strumento in via di formazione ma, capendone l'importanza, avalla con la sua figura il lavoro svolto dall'A.N.I.F. e contribuisce anche a questo storico evento partecipando alla stesura dei programmi. Un Maestro non autoritario ma autorevole, intelligente, rivoluzionario e geniale, capace anche di aiutare materialmente alcuni allievi, elastico (a patto di riuscire a mettersi sulla sua lunghezza d'onda e a riuscire a tenere il confronto) , che ad oggi, a causa anche del periodo di decadenza che viviamo, non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento per l'opera svolta. Salvatore Costantini |