The Detroit Swingtet - Gypsy Djazz Basta dare unocchiata ai titoli per farsi unidea precisa dellambito nel quale si muove il Detroit Swingtet, formazione guidata dal fisarmonicista francese Julien Labro di stanza negli U.S.A. Siamo nella zona delimitata da Django Reinhardt e Stéphane Grappelli, con escursioni verso Benny Goodman e Hoagy Carmichael, del quale viene ripresa la bellissima Stardust. Detto del cosa, bisogna dire ora del come ed è questo che fa la differenza. I brani sono interpretati in modo assai convincente, la conduzione del gruppo è eccellente e negli spazi solistici i giovani ma bravissimi componenti del gruppo suonano con slancio e passione : il risultato è un cd che resiste molto bene anche a ripetuti ascolti. Certo, si tratta di musica classica, in qualche modo, metabolizzata ampiamente, eppure questo Gypsy Djazz fa proprio leffetto di una finestra aperta in tempo di primavera ed è bello ascoltare questi musicisti che volano con leggerezza pronunciando swing ad ogni nota su brani ormai vecchi di un secolo eppur così freschi. Labro si ritaglia il proprio spazio compositivo inserendo nella tracklist il suo Valse a Lafayette che non sfigura affatto tra tanti capolavori. Ogni solista oltre a Labro alla fisarmonica abbiamo Dave Bennett al clarinetto, Jeremy Kittel al violino ed Evan Perry alla chitarra solista - ha modo di esprimersi al meglio sulla frusciante ritmica senza batteria offerta da Neil Mattson alla chitarra ritmica e Gregory Cook al contrabbasso. Tra i dieci brani quello che forse si fa preferire è il secondo in lista, Air Mail Special, nel quale Bennett lavora da esperto goodmaniano, mentre invece non convince appieno la rilettura un po ingessata di Nuages, ma potrebbe semplicemente trattarsi di gusto personale e la validità del progetto, pienamente riuscito, non ne risulta minimamente intaccata. Rezension von Alessandro Mugnoz, Mai 2007. |