Dal Repertorio ottocentesco per strumenti ad ancia libera alla musica del Novecento Alessandro Mugnoz and Claudia Menghi Questo disco rappresenta una sfida vinta. E vinta alla grande, non di misura. Il duo pianoforte e fisarmonica è sempre stato un duo difficile, unaccoppiata ardua tra due sonorità tanto diverse. Non è un caso che la letteratura cameristica originale per fisarmonica e pianoforte non abbia avuto grande popolarità, forse con la sola eccezione del Duo del danese Poul Rovsing Olsen. Dunque, i coraggiosi Alessandro Mugnoz e Claudia Menghi hanno raccolto questa sfida sonora progettando un percorso musicale di tipo storico-evolutivo, dato che si va da composizioni del 1856 ad oggi; questo è, cosa che non deve sfuggire, un altro bellostacolo da superare, presente da sempre quando cè di mezzo la fisarmonica. Solo una corretta visione (musicologica) dellevoluzione della fisarmonica ha consentito di concepire un progetto irrefutabile: nel disco sono inseriti brani eseguiti con la odierna fisarmonica, strumento inteso come parte della famiglia degli aerofoni ad ancia libera; ecco perché ogni volta è ben spiegato se il brano è per concertina, physarmonika, harmonium o bandoneon. Anzi, in una frase dellottimo booklet, Mugnoz afferma che la fisarmonica odierna vista in prospettiva storica è la sintesi di tutti questi strumenti. Quale stridente contrasto con le frequenti situazioni in cui si esegue Piazzolla e non si nomina il bandoneon o, ancor peggio, con altri casi dove non si fa cenno alla presenza di trascrizioni e non ne vengono citati i realizzatori! Allascolto del disco viene immediatamente in risalto la scelta dello strumento di Mugnoz: egli impiega uno strumento dal suono molto dolce e morbido, che ben si presta alle belle linee melodiche di questo programma (soprattutto nel repertorio più antico). Il duo ha un ottimo affiatamento, gli esecutori non sono mai in affanno dal punto di vista tecnico e si godono le belle melodie, sempre concentrati nella ricerca delle sfumature, nel trascinare lascoltatore in quella dimensione dove si gustano i sapori musicali. Il vertice del disco è nella prima registrazione assoluta dei brani di Angelo Panzini (1820-1886), due brani per physarmonika e pianoforte. Esse derivano dal lavoro di ricerca nella biblioteca del Conservatorio Verdi di Milano di Alessandro Mugnoz che è stato così premiato con il loro ritrovamento e quindi con la loro esecuzione e registrazione. Il loro stile compositivo è qualcosa che nel repertorio fisarmonicistico manca in assoluto e il livello di interazione tra i due strumenti li fanno essere due brani molto apprezzabili, pur se di non grandi dimensioni. Il disco si era aperto con due dei sei Flying Leaves op. 50 di Bernhard Molique (brani che godono già di una certa diffusione, ma un po gracilini) e dopo Panzini prosegue con uno dei grandi capolavori di César Franck, il Prélude, Fugue et Variation op. 18, un brano di grandissimo fascino. I due divertimenti di Adamo Volpi sono brani originali ma scritti in pieno stile tardo-romantico; Mugnoz li inquadra come anello di congiunzione tra la prima e la seconda parte del disco; indubbiamente sono un omaggio più che dovuto ad uno dei compositori italiani che maggiormente ha contribuito alla grande fase di sviluppo della fisarmonica in Italia dopo la seconda guerra mondiale. Anche il successivo compositore italiano, Felice Fugazza, è uno dei protagonisti di quella fase post-bellica, ma il brano Dialoghi senza tempo è stato da lui scritto in tarda età ed è dunque di recentissima composizione. Unaccoppiata di eccezione come Astor Piazzolla e Richard Galliano (artisticamente definibili come padre e figlio) rappresentano una riuscita digressione del duo verso i generi del Nuevo Tango e del New Musette. Per concludere unaltra accoppiata di compositori e fisarmonicisti italiani, Italo Salizzato e Peppino Principe, accoppiata che di certo non regge il confronto con le precedenti, con due pezzi che vorrebbero travalicare i generi: la Danza erotica con ambizioni multistilistiche e Cecilia con ambientazione di canzone/swing. Ribadisco: a mio parere il grande valore del disco è nel tracciare una strada ben precisa che mira a portare alla luce repertorio ottocentesco da camera, operazione di indubbio valore musicale (e culturale in senso più lato) per uno strumento come la fisarmonica troppo compresso nel secondo novecento. Come di grandissimo valore risulta essere la serietà musicologica del booklet (non finalizzato al risparmio dei costi) che apporta informazioni basilari allascoltatore. Alcuni esempi che parlano da soli: la scheda di Molique (chi era, cosaltro a scritto per concertina, quali altre composizioni sono ancoroggi eseguite, ecc.), le spiegazioni sulla physarmonika, la puntualizzazione sulla versione per armonio e pianoforte di Franck che è stata opera dello stesso compositore e che ve ne è stata una prima esecuzione (7 febbraio 1874) con due esecutori deccezione come lo stesso compositore allharmonium e il grande Vincent DIndy al pianoforte, ecc Recensioni CD - Paolo Picchio This CD is available on the Alessandro Mugnoz site on MusicForAccordion.com |