CD Review


Vague a Lames
Jean-Marc Fabiano
Jean-Marc Fabiano, Email: jm.fabiano@wanadoo.fr
April 2004

VAGUE A LAMES

Un valente fisarmonicista francese riesce a "piazzare" un ottimo disco per una casa prestigiosa (la "Zig Zag Territoires" che si muove come partner della Société Générale Mécénat Musical, istituzione di livello nazionale) e per di più con una distribuzione di livello mondiale (Harmonia Mundi).

Questa collana di dischi vanta una collaborazione con illustri pittori che hanno l'incarico di realizzare un'opera da destinare alla copertina del booklet (in questo caso si tratta della pittrice Anne Peultier) e presenta testi in lingua francese, inglese e tedesca.

Anche il contenuto dei testi si colloca su di un piano diverso: non il solito elenco di biografie che include compositori ed esecutori, bensì un colloquio tra un compositore (Jean-Pierre Moreau) di una delle opere "nuove" scritte appositamente per questo disco e l'interprete; colloquio che sviscera più il rapporto CD/interprete/motivazioni che non il solito evoluzionismo storico, o tanto meno la favoletta sulle "infinite" capacità della fisarmonica da concerto.

Dunque, un disco che si presenta in modo "diverso", ma anche una serie di interpretazioni che si collocano su di un "piano diverso". Il piano del concertismo, il piano di chi ha un rapporto consolidato con il pubblico e rifugge le acrobazie e l'impeto di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Questo si coglie nella spensieratezza e l'allegria del brano di Goyone, nella ricerca finissima svolta tra le "trame" ed i reticoli della Sequenza di Berio, nell'esecuzione anticonformista e molto molto eloquente della Partita di Zolotariov. In un brano conosciuto e anche vasto come la "Partita", Fabiano cerca ogni misura una cosa diversa da dire, c'è una analisi (in questo caso molto emotiva, istintiva) delle possibilità semantiche del brano.

Così come in Angelis c'è l'esaltazione della fisarmonica come strumento ritmico e nella Ciaccona come strumento passionale (d'altronde l'aver voluto inserire questo brano è stato per Fabiano l'appagamento di una pulsione). Le "creazioni" - ovvero le prime esecuzioni - sono il punto di forza del CD. Jean-Pierre Moreau rivede l'Ave Maria di Piazzolla in modo a dir poco sorprendente. Trovo questo suo arrangiamento molto più fisarmonicistico (nel senso di appropriato, adatto allo strumento fisarmonica) di tantissime altre versioni per strumento solo che ho avuto modo di ascoltare.

Un'esecuzione con più strumenti sarebbe tutta un'altra cosa, ma - partendo dall'idea di suonare questo pezzo con una sola fisarmonica - trovo questo lavoro ottimo. Lo stesso compositore Moreau ha scritto questo brano che porta come titolo un principio di vita (La libertà inizia là dove finisce … ) è l'interprete lo realizza in musica con la stessa determinazione con cui deve essere sostenuto questo stesso principio: ne esce un brano vigoroso e perentorio, un'interpretazione severa ed al contempo decisa.

L'altra creazione è "Mots croisés" di Georges Bœuf, un brano che nella prima parte esplora in modo interessante la timbrica della fisarmonica nelle diverse altezze; un atteggiamento questo singolare, visto che i compositori di oggi si adagiano spesso sulle estremità, al contrario Bœuf sembra essere colpito dalla trasformazione del timbro (di entrambi i manuali) nelle varie altezze. La seconda parte si colloca - anche qui in modo singolare - sul registro medio con una serie di agglomerati sonori mutanti.

Tutto ciò rende questo disco di primissimo piano e di livello molto alto, sin dalla sua progettazione, alla sua realizzazione (con le prime esecuzioni che lo arricchiscono) e - ne siamo certi, grazie ad Harmonia Mundi - anche alla sua diffusione. Complimenti.

Reviewed by Paolo Picchio.
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