HENRY DOKTORSKI California Accordion Recital Questo CD contiene la registrazioni dei brani eseguiti nei giorni 26-29 luglio 2002 da Henry Doktorski nei suoi recitals in California. Le registrazioni sono però state effettuate in studio, come ben specificato nelle note del retro-copertina e quindi non si tratta di un album live. Il programma dei brani presenta alcune trascrizioni affiancate a brani originali. Tra le trascrizioni va segnalata senza dubbio la "Suite for a musical clock" di Georg Friedrich Händel; questa suite di 6 brani mette in evidenza il gusto e la sonorità barocca maturata da Doktorski (certamente frutto anche dei suoi studi storico-musicologici). A questa trascrizione che potremmo definire "appropriata" vi possiamo affiancare altre che sono di certo frutto di scelte che mirano a cogliere il consenso del pubblico (Träumerei di Schumann, la Danza Ungherese n. 5 di Brahms ed il personalissimo arrangiamento di Oblivion di Piazzolla). Vi è anche una trascrizione "pericolosa" come quella dei Tre Preludi per pianoforte di Gershwin, trascrizione difficile da condividere, pur volendo concedere agli americani tutta l'ammirazione che può essere dovuta al questo loro grandissimo compositore. Sul piano dei brani originali, l'album acquista appieno il suo valore e spessore. Un brillante Rondò ci presenta Doktorski nella duplice veste di compositore ed esecutore (Rondo Polska); i due lavori di maggior peso sono comunque la "Suite op. 166" (del 1959!) e "Hymn" del grande compositore americano di origine armeno-scozzese Alan Scott Hovhaness Chakmakjian. "Hymn" è stato scritto per lo stesso Doktorski, che ne propone qui una esecuzione molto appassionata (caratteristica di questo fisarmonicista che emerge sempre nei brani più melodici ed espressivi). Per comprendere appieno il valore dell'esecuzione dei "Ten Vaudeville Classics" di Giudo Deiro bisogna inquadrarla nel valore storico che essi hanno: senza voler "toccare" la diatriba che vede contendersi tra i due fratelli Deiro (Guido e Pietro) l'onore di aver introdotto per primi la fisarmonica negli States, trovo più interessante ricordare la grande realtà del "Vaudeville" d'inizio Novecento. Questo genere, che prendendo "indebitamente" il nome dal termine che indicava il genere della canzone francese o anche un particolare genere teatrale, potrebbe paragonarsi a quello che poi è stato in Italia chiamato "Varietà", o comunque un genere di spettacolo leggero, ha rappresentato per Guido Deiro, e dopo di lui molti altri, un'importantissima strada che lo ha portato al successo e - come inevitabile conseguenza - ha dato alla fisarmonica una enorme popolarità. Tra i "Ten Vaudeville Classics" troviamo marce, rag, mazurke, polke, valzer, tango, fantasie, ecc. La strada che ha portato al successo della fisarmonica negli USA è passata per questo genere di brani. Un'ultima cosa che vorrei aggiungere è sottolineare la figura di Doktorski come studioso e ricercatore sulla fisarmonica (e gli altri strumenti ad ancia libera): il suo libro "The classical squeezebox" (Pub. Overseas, Amsterdam 1997) merita di essere conosciuto e letto dai numerosi studiosi e appassionati di fisarmonica di tutto il mondo |