Bellows and Keyboards Pensate ad una storia dove la passione vince. Precisiamo subito che questa orchestra di fisarmoniche è assolutamente composta di dilettanti che ricavano per la musica - sulla base di quella passione di cui si è già accennato - degli spazi tra il loro tempo libero. Vediamo la storia di questo complesso: nella città di Varese è stata attiva una delle grandi insegnanti di fisarmonica in Italia, Laura Benizzi, che ha fondato il complesso nel 1948; dall'attività didattica della Benizzi emergono numerosi talenti tra cui Luigi Luoni; nel 1961 la Benizzi si trasferisce a Rimini (350 km. di distanza) e il complesso si scioglie. Ma la passione non muore: cova come la brace sotto la cenere per riaccendere una fiamma nel 1984 quando attorno a Luigi Luoni si ricostituisce il gruppo; in seguito Luoni coinvolgerà sua figlia Chiara (diplomatasi al Conservatorio) in questa formazione per farne la direttrice; Luigi resta il trascinatore del gruppo e per esso realizza tutte le trascrizioni e gli arrangiamenti. La grande passione che motiva questa formazione rende questo complesso dedito ad una sua attività di concerti ma sempre con grande attenzione alle ricorrenze del suo stare insieme: vengono infatti festeggiati in musica i 10 anni di ricostituzione, i 90 anni della Benizzi, il 50° della fondazione e - con questo disco - il ventennale della ricostituzione. Qui conta solo la passione per la musica e ne è una dimostrazione che nel booklet - che ha una grafica molto ben curata - non vi sia però alcuna foto dei componenti del complesso, come a ribadire che questa vuole restare come una testimonianza sonora di quanto la passione per la musica possa unire le persone. Il repertorio presenta grandi classici (Bach, Beethoven, Rossini, Puccini, Kaciaturian), un brano originale ("Arioso" di Wolfgang Jacobi), e dei medley di temi popolari russi, di songs americane e di canzoni napoletane. Un repertorio abbastanza consueto per una formazione di questo tipo (forse con l'unica eccezione dell'estratto dalla Passione secondo Matteo di J.S. Bach) che nei brani di grande difficoltà come Beethoven o Rossini pone in risalto la fatica che fanno gli orchestrali ma anche la forte limitazione timbrica che ha lo strumento nell'affrontare questo repertorio. Ma proprio sulla base di quella passione di cui abbiamo già parlato, l'ottica deve essere quella della soddisfazione di chi suona: la contentezza di suonare "Egmont" o "Guglielmo Tell" con degli amici, avendo come assunto di base l'amore per questo repertorio. Si tratta di una fruizione attiva di un certo repertorio, proprio quella che sta andando in forte crisi nella società d'oggi. |