Title: |
Dal Repertorio ottocentesco per strumenti ad ancia libera alla musica del Novecento
| Artist: |
Alessandro Mugnoz and Claudia Menghi |
Supplied
by: |
Artist |
Review
date: |
02
Febbraio 2007 |
Tracks: |
|
Dal Repertorio ottocentesco per strumenti ad ancia libera alla musica del Novecento – Alessandro Mugnoz and Claudia Menghi
Questo disco rappresenta una sfida vinta. E vinta alla grande, non
di misura. Il duo pianoforte e fisarmonica è sempre stato
un duo difficile, un’accoppiata ardua tra due sonorità
tanto diverse. Non è un caso che la letteratura cameristica
originale per fisarmonica e pianoforte non abbia avuto grande popolarità,
forse con la sola eccezione del “Duo” del danese Poul
Rovsing Olsen. Dunque, i ‘coraggiosi’ Alessandro Mugnoz
e Claudia Menghi hanno raccolto questa “sfida sonora”
progettando un percorso musicale di tipo “storico-evolutivo”,
dato che si va da composizioni del 1856 ad oggi; questo è,
cosa che non deve sfuggire, un altro bell’ostacolo da superare,
presente da sempre quando c’è di mezzo la fisarmonica.
Solo una corretta visione (musicologica) dell’evoluzione della
fisarmonica ha consentito di concepire un progetto irrefutabile:
nel disco sono inseriti brani eseguiti con la “odierna”
fisarmonica, strumento inteso come parte della famiglia degli aerofoni
ad ancia libera; ecco perché ogni volta è ben spiegato
se il brano è per concertina, physarmonika, harmonium o bandoneon.
Anzi, in una frase dell’ottimo booklet, Mugnoz afferma che
la fisarmonica “odierna” – vista in prospettiva
storica – è la sintesi di tutti questi strumenti.
Quale stridente contrasto con le frequenti situazioni in cui si
esegue Piazzolla e non si nomina il bandoneon o, ancor peggio, con
altri casi dove non si fa cenno alla presenza di trascrizioni e
non ne vengono citati i realizzatori! All’ascolto del disco
viene immediatamente in risalto la scelta dello strumento di Mugnoz:
egli impiega uno strumento dal suono molto dolce e morbido, che
ben si presta alle belle linee melodiche di questo programma (soprattutto
nel repertorio più “antico”).
Il duo ha un ottimo affiatamento, gli esecutori non sono mai in
affanno dal punto di vista tecnico e si godono le belle melodie,
sempre concentrati nella ricerca delle sfumature, nel trascinare
l’ascoltatore in quella dimensione dove si “gustano
i sapori” musicali. Il vertice del disco è nella prima
registrazione assoluta dei brani di Angelo Panzini (1820-1886),
due brani per physarmonika e pianoforte. Esse derivano dal lavoro
di ricerca nella biblioteca del Conservatorio “Verdi”
di Milano di Alessandro Mugnoz che è stato così premiato
con il loro ritrovamento e quindi con la loro esecuzione e registrazione.
Il loro stile compositivo è qualcosa che nel repertorio fisarmonicistico
manca in assoluto e il livello di interazione tra i due strumenti
li fanno essere due brani molto apprezzabili, pur se di non grandi
dimensioni. Il disco si era aperto con due dei sei Flying Leaves
op. 50 di Bernhard Molique (brani che godono già di una certa
diffusione, ma un po’ gracilini) e dopo Panzini prosegue con
uno dei grandi capolavori di César Franck, il “Prélude,
Fugue et Variation op. 18”, un brano di grandissimo fascino.
I due divertimenti di Adamo Volpi sono brani originali ma scritti
in pieno stile tardo-romantico; Mugnoz li inquadra come anello di
congiunzione tra la prima e la seconda parte del disco; indubbiamente
sono un omaggio più che dovuto ad uno dei compositori italiani
che maggiormente ha contribuito alla grande fase di sviluppo della
fisarmonica in Italia dopo la seconda guerra mondiale. Anche il
successivo compositore italiano, Felice Fugazza, è uno dei
protagonisti di quella fase post-bellica, ma il brano “Dialoghi
senza tempo” è stato da lui scritto in tarda età
ed è dunque di recentissima composizione. Un’accoppiata
di eccezione come Astor Piazzolla e Richard Galliano (artisticamente
definibili come padre e figlio) rappresentano una riuscita digressione
del duo verso i generi del Nuevo Tango e del New Musette.
Per concludere un’altra accoppiata di compositori e fisarmonicisti
italiani, Italo Salizzato e Peppino Principe, accoppiata che di
certo non regge il confronto con le precedenti, con due pezzi che
vorrebbero travalicare i generi: la “Danza erotica”
con ambizioni multistilistiche e “Cecilia” con ambientazione
di canzone/swing. Ribadisco: a mio parere il grande valore del disco
è nel tracciare una strada ben precisa che mira a portare
alla luce repertorio ottocentesco da camera, operazione di indubbio
valore musicale (e culturale in senso più lato) per uno strumento
come la fisarmonica troppo “compresso” nel secondo novecento.
Come di grandissimo valore risulta essere la serietà “musicologica”
del booklet (non finalizzato al risparmio dei costi) che apporta
informazioni basilari all’ascoltatore. Alcuni esempi che parlano
da soli: la scheda di Molique (chi era, cos’altro a scritto
per concertina, quali altre composizioni sono ancor’oggi eseguite,
ecc.), le spiegazioni sulla physarmonika, la puntualizzazione sulla
versione per armonio e pianoforte di Franck che è stata opera
dello stesso compositore e che ve ne è stata una prima esecuzione
(7 febbraio 1874) con due esecutori d’eccezione come lo stesso
compositore all’harmonium e il grande Vincent D’Indy
al pianoforte, ecc…
Recensioni CD - Paolo
Picchio
This CD is available on the Alessandro
Mugnoz site on MusicForAccordion.com
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