Questo
film ha conseguito lo "Swiss Film Prize 2005", ma a
mio parere ne merita altri mille di riconoscimenti. Non solo è
bello, non solo è ben fatto, ma fa riflettere, fa capire,
insegna, trasmette, appassiona, entusiasma. Per chi pensa che
i film "on the road" siano a volte noiosi perché
vi è qualche momento di silenzio, state tranquilli: qui
troverete immagini e paesaggi così belli, accoppiati con
tanta bellissima musica, che, vedendo il film, neanche vi accorgerete
che è passata un'ora e 27 minuti. In questo spaccato di
vita d'artisti gli spunti su cui riflettere sono tantissimi; questa
produzione è senza dubbio una "vetta" nel panorama
musicale odierno. Cosa importante: non vi è affatto nessuna
auto-celebrazione; la tribù degli artisti non è
quella di una cerchia di chi pensa di essere migliore degli altri.
Al contrario, questo progetto musicale che scaturisce dall'intelligentissima
mente di Guy
Klucevsek, ci invita a riflettere sul progetto in sé
stesso, sulle possibili strade del fare musica oggi, su di una
prospettiva culturale senza confini nazionali. Mai i protagonisti
sono presentati come musicisti in carriera: nessun riferimento
alle loro produzioni individuali, ai loro risultati in termini
di popolarità o successo, ai loro odierni percorsi artistici.
Essi sono visti in funzione del progetto "Accordion tribe"
o - all'estremo opposto - "denudati" e visti come persone
con emozioni, desideri, stati d'animo, ecc. Colpisce il candore
con cui la barista francese dell'autogrill chiede a Klucevsek
"come vi siete incontrati, come vi siete scelti?".
Lei
si riferiva ad un problema di ordinegeografico (un americano,
uno svedese, una finlandese, uno sloveno ed un austriaco). Colpisce
anche la risposta: "ascoltando i dischi". D'altronde
non si deve dimenticare che ib 5 hanno delle fortissime individualità
(sia personali che musicali) e tentare di costituire "la
tribù" è stato un atto di vero coraggio, atto
che ha però le sue basi in una mentalità non così
semplice da trovare oggi: vedere i propri "colleghi"
(musicisti che suonano il mio stesso strumento) non come rivali,
bensì come artisti che stimo e con i quali mi attira l'idea
di costruire qualcosa insieme. Già, perché gli "Accordion
tribe" hanno fatto di più, molto di più che
una jam-session. Hanno costruito ed ultimato un progetto, progetto
che per il valore e le caratteristiche che possiede resterà
storico. Qual è stato il punto di incontro dei 5 fisarmonicisti?
La creatività, non c'è dubbio. Ciascuno ha apportato
alcune proprie composizioni al programma dei concerti del quintetto.
Personalmente non trovo particolarmente eccitante l'idea di fare
un grosso progetto musicale con un quintetto di fisarmoniche (come
non lo trovo per un quintetto di pianoforti, di arpe, di trombe,
di xilofoni, ecc.), però in questo caso l'elemento che
prevale è l'incontro di diversi stili di suonare lo strumento,
l'incontro di diversi repertori che vengono condivisi dai cinque
(e per questo inevitabilmente contaminati) e l'incontro delle
cinque forti personalità a cui si è già fatto
accenno. Per chiudere questa recensione mi piace elencare alcuni
dei momenti del film che mi hanno particolarmente fatto riflettere
(invitando anche voi a riflettere, se volete):
- Otto Lechner dice che la fisarmonica riesce a rendere
le dissonanze "cordiali"
- Maria Kalaniemi dice che non sei fisarmonicista se non
hai "conosciuto e compreso" il mantice
Sempre
Otto Lechner in un altro punto dice di aver ricercato un "suo
suono personale" con la sua fisarmonica
Guy Klucevsek
scopre che non vi è il corso di fisarmonica al college
(cosa accaduta anche a me che volevo studiare la fisarmonica in
conservatorio nel 1982) e si domanda il perché
- I cadaveri nell'armadio di Klucevsek: suonava l'ouverture
del Guglielmo Tell ridotta per fisarmonica sola (ed il suo insegnante
gli dice che sembrava proprio Rossini) e la Quinta di Beethoven
con l'orchestra di fisarmoniche
- Una cosa degna di molta attenzione: componendo per gli
"Accordion tribe" Guy Klucevsek vuole ripetere o almeno
ricercare quel suono dell'orchestra di fisarmoniche che suonava
Beethoven, pur se per certi versi "improprio"
- Lars Hollmer indica la strada delle musiche folk (come
quella degli Accordion tribe) che vanno verso la musica "contemporanea"
ad un certo punto dice: il folk è diventato qualcosa
d'altro
- Bratko Bibic pone il problema dell'immagine della fisarmonica
presso i giovani raccontando la sua esperienza (mostrando le sue
foto con i capelli lunghi negli anni '60)
- Maria Kalaniemi usa una bellissima metafora: dice "quando
ascolti una musica è come se tu vedessi un film nella tua
testa; la cosa più interessante è che quella stessa
musica nella testa di un altro genera un film diverso"
(questa per molti è la vera ragione d'essere dell'arte).
E questi sono solo alcuni dei magici momenti del film
Correte
a comprare il DVD, non perdete tempo!
|