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Settembre Ottobre 1999 - Anno 1 #2

UN "GRAN" PREMIO A CASTELFIDARDO
L’Assessore Soprani fa un bilancio con il nostro direttore.

La XXIV edizione del Premio internazionale "Città di Castelfidardo" per solisti e complessi di fisarmonica, sulla quale è appena calato il sipario, sarà ricordata soprattutto per l’elevata qualità delle serate concertistiche e il numero record di concorrenti, circa 500, provenienti da ben 27 Paesi del mondo.
 
La vittoria nella categoria più prestigiosa, quella dei concertisti, è andata al giovanissimo yugoslavo Dragan Vasiljevic il quale ha strappato grandi applausi nel corso della cerimonia finale di premiazione. Soddisfatti gli organizzatori della manifestazione. "Il bilancio del Premio Città di Castelfidardo - dice l’assessore alla Cultura del Comune Mirco Soprani - è senza dubbio estremamente positivo.
 
A detta degli addetti ai lavori quella appena conclusa è stata una delle più belle e riuscite edizioni della kermesse fidardense. Con piacere, infatti, si è notata la grandissima risposta di pubblico che ha seguito tutte le serate in programma. Per ben due volte, purtroppo, siamo stati costretti a chiudere gli ingressi dell’Astra. Grossi problemi - ha aggiunto l’assessore - ci sono stati in particolare per la serata che ha avuto come protagonista Milva in quanto già alle 18.30 numerose persone avevano iniziato a fare la fila e non è stato possibile far entrare quanti lo desideravano.
 
Per tutta la settimana Castelfidardo si è trasformata in una città cosmopolita, infatti, oltre ai concorrenti, migliaia di persone sono intervenute o per seguire la manifestazione o come accompagnatori. Particolarmente efficiente la macchina organizzativa, composta di circa trenta persone, ormai collaudata nel tempo, della quale fanno parte interpreti, segretari di giuria, autisti e gli sponsor che con il loro contributo hanno reso possibile l’organizzazione di una manifestazione di così alto livello. "Quella appena conclusa - ha aggiunto l’assessore Soprani - è stata un’edizione di respiro veramente internazionale.
 
Elevatissimo il numero dei partecipanti, inoltre nuovi Paesi si sono affacciati a questa manifestazione con prospettive senz’altro importanti anche per le nostre aziende che potranno sperare nell’apertura di nuovi mercati. Per la prima volta abbiamo avuto nella giuria un rappresentante della Cina il quale ha confermato la presenza alle prossime edizioni di concorrenti di questo Paese."
   
L’elevato livello qualitativo dei concorrenti è stato sottolineato anche dal presidente della giuria, il M° Marco Renzi, direttore del conservatorio "Piccinni" di Bari, il quale ha evidenziato la trasparenza nell’emissione dei verdetti grazie alla grande professionalità dei giurati. Per la prima volta la manifestazione, sempre seguitissima dalla stampa locale, è stata oggetto di attenzione anche da parte di quella internazionale.
 
Erano presenti infatti, troupes della TV finlandese, norvegese e tedesca oltre a giornalisti di testate nazionali ed estere. Nonostante sia stata appena archiviata l’edizione del 1999, già si pensa a quella del prossimo anno. "Con il direttore artistico Paolo Picchio e con il coordinatore delle serate concertistiche Beniamino Bugiolacchi, che ringrazio sentitamente per la loro professionalità, - ha detto l’assessore alla Cultura - siamo già al lavoro per l’edizione del 2000 che coinciderà con la XXV edizione del Premio.
 
Per questa occasione daremo vita ad una manifestazione che dovrà restare nella storia. Abbiamo già allacciato i contatti per avere a Castelfidardo artisti di respiro internazionale come Paolo Conte e Richard Galliano. Al fine di accontentare le richieste di un pubblico il più ampio ed eterogeneo possibile stiamo pensando di promuovere appuntamenti in contemporanea.

Loretta Bompezzo

1: il vincitore assoluto; 2: Alessandra Gattari e Dario Flammini; 3: Milva accompagnata da Massimiliano Pitocco; 4: Lina Bosatti e Marcel Azzola; 5: i vincitori del premio Piazzolla, Alma Dancante; 6: Gianni Coscia con Pietroni e Manzi 7: il gruppo rock "Gang"; 8: l'orchestra del CNR di Marsiglia; 9: Stephanie Method; 10: Peter Soave e la Venice Chamber Orchestra

Erano presenti infatti, troupes della TV finlandese, norvegese e tedesca oltre a giornalisti di testate nazionali ed estere. Nonostante sia stata appena archiviata l’edizione del 1999, già si pensa a quella del prossimo anno. "Con il direttore artistico Paolo Picchio e con il coordinatore delle serate concertistiche Beniamino Bugiolacchi, che ringrazio sentitamente per la loro professionalità, - ha detto l’assessore alla Cultura - siamo già al lavoro per l’edizione del 2000 che coinciderà con la XXV edizione del Premio.

DITEGGIATURE PER FISARMONICA
manuale destro a bottoni C-griff (terza parte)
 

Accordi - La diteggiatura per gli accordi sulla fisarmonica cromatica lascia spesso molti dubbi all’esecutore, non tanto quando si parla di accordi di tre note, ma quando ci si trova di fronte ad una composizione (molto spesso si tratta di trascrizioni organistiche) con un tipo di scrittura a 5/6 note da suonarsi contemporaneamente.
 
Andiamo per ordine e trattiamo gli accordi con tre note. Prendendo in considerazione gli accordi maggiori e minori (nella fisarmonica a bottoni hanno sempre la stessa posizione qualsiasi sia la fondamentale) nello staccato si dovrà usare una diteggiatura che garantisca il massimo della precisione e dell’uguaglianza e da questo punto di vista l’ideale sarebbe:
a) 2-3-4 nel caso in cui l’accordo sia in posizione fondamentale;
b) 2-3-5, facendo attenzione a spostare leggermente il baricentro della mano verso il quinto dito al fine di colmare la differenza di lunghezza, nel caso in cui si tratti di primo rivolto (accettato anche 2-3-4 ma se questo non produce irrigidimento);
c) 2-3-4 nel caso in cui si tratti di secondo rivolto (meglio evitare 2-3-5, tollerato 2-4-5). Nel caso di accordi da suonare legati, il consiglio è quello di cercare il più possibile il legato nella nota superiore (la più melodica) cambiando dito in corrispondenza di essa, mentre le altre voci non devono interferire sulla posizione della mano oppure fare salti (nel passaggio da un accordo all’altro) che superino una fila.
 
Si prendano ad esempio le prime due battute dello Studio n. 2 di Pietro Deiro dai Finger Dexterity: in virtù di quanto detto sopra la diteggiatura più adatta è la seguente: 1-2-3/1-2-4/1-2-5 per gli accordi della prima battuta e 1-2-4/1-2-3/1-2-4 per quelli della seconda. Per gli accordi con più di tre note, i principi sono gli stessi; sarebbe bene sapere che con la nostra fisarmonica è facile suonare due note contemporaneamente con lo stesso dito e questo agevola di molto il nostro lavoro.
 
A tal proposito Mogens Ellegaard ripeteva spesso che "la mano del fisarmonicista ha sei dita! Il pollice non ha problemi a suonare due tasti" (magari sulla stessa fila), e non solo: provate a suonare legate re mi fa sol alternando la punta del pollice al suo lato e vi accorgerete dell’enorme potenzialità che questo può avere.
 
Arpeggi - La diteggiatura degli arpeggi è piuttosto scontata e prevede sempre il passaggio del pollice qualsiasi sia il numero di note impiegate. Ad esempio gli accordi maggiori e minori in posizione fondamentale useranno sempre 1-2-3 (fare attenzione ad usare le file supplementari quando si parte dalla terza fila), in primo rivolto useranno 2-3-1 oppure 2-3-1, mentre in secondo rivolto si userà 3-1-2.
 
Si noti come negli arpeggi un buon passaggio del pollice sia fondamentale al fine della "pulizia" e come sia più facile eseguirlo quanto maggiore è la distanza delle dita interessate; ad esempio si provi sol-do (più distante) e mi –sol usando in entrambi i casi 2-1.

Cesare Chiacchiaretta


FISARMONIÆ ’99: IL"VIAGGIO" CONTINUA
 

Si è svolta dal 2 al 5 settembre, presso il Centro Sociale di Baragiano (Potenza), la seconda edizione di FISARMONIÆ, giornate di studio sulla fisarmonica. La manifestazione organizzata dall’A.I.F.C. e dall’Associazione Spazio Musica ha avuto un ricco e denso cartellone di appuntamenti fatto di lezioni individuali e concerti mattutini, di conferenze, master class, prove di musica d’insieme pomeridiani e di concerti serali. Un vero "tour de force" sia per i qualificati docenti che per i numerosi allievi provenienti da tutta Italia.
 
Il programma ha visto in opera l’innovativa e già sperimentata formula del team d’insegnanti per poter maggiormente analizzare il complesso "spazio sonoro" contemporaneo del nostro strumento: Eugenia Marini, Cesare Chiacchiaretta, Dario Flammini, per quanto lo sviluppo delle capacità tecniche ed interpretative, Renzo Ruggieri per la fisarmonica jazz, Paolo Picchio per la didattica di base e gli incontri d’ascolto, Vincenzo Izzi per le prove compositive ed il laboratorio di musica d’insieme unitamente a Giuseppe Tammone.
 
Di grande interesse le conferenze tenute da Gianvito Tannoja sulla letteratura cembalistica ed organistica inserita nel programma ministeriale per lo studio della fisarmonica nel Conservatorio e da Paolo Picchio sulle ornamentazioni nelle sonate di Domenico Scarlatti e sulle soluzioni dei problemi di diteggiatura. Particolare entusiasmo hanno suscitato le lezioni aventi per titolo "Dall’analisi all’interpretazione" tenute dai maestri Boris Porena e Paola Bucan i quali attraverso l’attenta analisi dell’opera musicale, dell’autore e del contesto storico di produzione hanno saputo dare una visione nuova ed approfondita del repertorio fisarmonicistico offrendo nuovi orizzonti interpretativi ed esecutivi.
 
Di sicuro interesse didattico i concerti aperitivo tenuti da Mario Pietrodarchi, Rocco Donato Romano, Alisia Fragassi, Danilo Ciccolone e Osvaldo Guarnieri, ovvero lezioni-concerto sui brani proposti dai giovani e promettenti musicisti che hanno saputo agevolmente muoversi nei repertori più disparati. Ottima la qualità dei concerti serali "tematici". Il "WELCOME CONCERT" tenuto da Raffaele Crusco accompagnato da Raffaele Buongermino e Donato Carlucci alle tastiere, da Vincenzo Abbracciante, Cristiano Lui e Massimo Siviero è stato interamente dedicato al repertorio "variété". Dedicata alla "FISARMONICA DA CONCERTO" l’esibizione di Dario Flammini, Monica D’Emidio, Giancarlo Di Giovanni, Cesare Chiacchiaretta, Rocco Ronca ed Alberto Centorami, svoltasi nella Chiesa di S. Rocco di Baragiano. Alla "FISARMONICA DA CAMERA" dedicato il concerto dell’Accordion Sextet, formato da Cesare Chiacchiaretta, Giancarlo Di Giovanni, Monica D’Emidio, Alisia Fragassi, Alberto Centorami e Rocco Ronca, del duo flauto e fisarmonica Tammone-Chiacchiaretta e dell’ensemble degli allievi.
 
Gran finale con il concerto "JAZZ ALLA FISARMONICA" tenuto dal Renzo Ruggieri Group ed avente come ospite straordinario della serata il grande Gianni Coscia. Una realtà dunque, quella delle giornate di Baragiano, unica ma sicuramente non irripetibile. Come si diceva in apertura "il viaggio continua", continua verso i nuovi orizzonti che vanno dalla didattica alla prassi esecutiva, dalle trascrizioni al repertorio originale, dall’innovazione tecnologica alla musica d’insieme. Grande è ancora il lavoro che ci aspetta e le cose da migliorare sono ancora molte, saremo degli idealisti, ma noi ci crediamo, il nostro motto, la parola sulla quale è nato e si sta sviluppando tutto il progetto "FISARMONIÆ" è una sola: "INSIEME".

 
Vincenzo Izzi 

 
SCOPRIAMO LA FISARMONICA IN TUTTI I SUOI ASPETTI
 

Su invito del direttore di questo mensile, mi fa molto piacere parlare della fisarmonica, strumento che ho molto amato da giovane e che riscopro oggi dopo aver fatto una grande esperienza come concertista di pianoforte. La fisarmonica, come tutti sappiamo, è arrivata oggi ad essere strumento d’arte con il cosiddetto "bajan" (fisarmonica da concerto a note singole), però desidererei volgere uno sguardo a quanto vi è stato nel passato prima del raggiungimento di questo grande traguardo. Intendo ora affrontare i vari generi musicali nati intorno a questo nostro strumento.
 
Una prima generazione da "venerare" di grandi interpreti è stata quella di Pietro Deiro, Pietro Frosini, Charles Magnante, Anthony Galla-Rini ecc., tutti grandi personaggi che in America hanno creato le basi artistiche per lo sviluppo della fisarmonica. Ora mi soffermerò su due grandi che ci hanno lasciato tanti ricordi con le loro interpretazioni e composizioni, sto parlando di Gorni Kramer e Gus Viseur, evidenziando i vari modi d’intendere il jazz con la fisarmonica in quel periodo. Gorni Kramer nasce nel 1913 a Rivarolo Mantovano, si diploma in contrabasso presso il conservatorio di Parma, inizia subito a insegnare e contemporaneamente suona la fisarmonica con il padre Francesco.
 
L’insegnamento dura però per un breve periodo finché nel 1935 arriva a Milano con la sua fisarmonica cromatica e inizia a registrare i primi dischi con la "Fonit". Il successo è immediato venendo considerato subito il primo fisarmonicista jazz. Nel 1940 diventa una star e quindi inizia con le riviste, programmi radiofonici e televisivi. Con il passare del tempo diventa sempre più popolare arrivando ad essere considerato "il poeta della fisarmonica". Oltre ad essere stato un ottimo fisarmonicista, è stato un ottimo arrangiatore e compositore, lasciando nella nostra letteratura alcuni gioielli (ricordiamo la famosissima "Carovana negra" scritta per fisarmonica solista, un brano che da’ un’impressione reale di una carovana nella chiave jazz).
 
Si potrebbero elencare tante sue composizioni per orchestre e riviste, trascrizioni e brani che sono stati grandi successi a quell’epoca che rimarranno indimenticabili nel tempo. In Europa viene considerato il primo fisarmonicista jazz, la sua band aveva una formazione di quintetto: violino, contrabasso, chitarra, batteria e fisarmonica. I musicisti più vicini a lui erano Camera, Alvaro, Pinù e Beduschi. Durante la sua lunghissima carriera di fisarmonicista, forma un duo, "Kramer-Wolmer" (il mio prossimo articolo sarà dedicato alla memoria di Wolmer Beltrami recentemente scomparso, che Kramer ha conosciuto e frequentato in modo strettamente amichevole e professionale). Questo duo "Kramer-Wolmer" riscuote ottime critiche e successi portandoli a esibirsi nei migliori teatri del mondo e molte volte in diverse televisioni.
 
Con il tempo Gorni Kramer abbandona leggermente la fisarmonica dedicandosi totalmente alla direzione, dirigendo l’orchestra della "Rai". Contemporaneamente a Gorni Kramer, chi andava per la maggiore in Europa era Gus Viseur, fisarmonicista francese del più importante gruppo di jazz "hot club de France" capeggiato dal violinista Stéphane Grappelli e dal chitarrista di origini gitane Django Reinhardt. Incide con la sua band formata da due chitarristi, contrabasso e batteria dischi di jazz per la casa discografica "La voce del padrone". In America nello stesso periodo nasce una nuova forma di jazz per fisarmonica: fisarmonica, clarinetto e ritmi. Nel prossimo articolo, come ho accennato prima, parlerò di Wolmer Beltrami, del suo inimitabile stile wolmeriano, un modo d’improvvisare tutto personale.

 
Sylvia Pagni


MUSEO DELLA FISARMONICA DI STRADELLA
 

Al primo piano di Palazzo Garibaldi, sede della Civica Biblioteca di Stradella, è stato inaugurato lo scorso mese di maggio il nuovo Museo della fisarmonica intitolato a Mariano Dallapè, pioniere della moderna industria della fisarmonica. In occasione di una cerimonia a cui hanno preso parte ospiti di livello internazionale, come il cantuautore Paolo Conte, da sempre legato al nostro strumento, il Sindaco di Stradella, geom.
 
Maurizio Visponetti, ha avuto modo di spiegare che quello allestito dalla locale Amministrazione Comunale è solo il primo nucleo di un Museo che con il passare del tempo andrà ad arricchirsi attraverso nuove esperienze e con spazi sempre più ampi. Appena entrato nei locali del Museo, al visitatore è offerta la possibilità di conoscere, grazie a pannelli esplicativi, la realtà storica, economica e culturale che Mariano Dallapè trovò quando arrivò a Stradella nel lontano 1868.
 
Non fu certo casuale che si fosse fermato nella cittadina lombarda: avendo essa una vocazione artigianale, sarebbe stata la culla ideale per favorire la nascita di quella che poi divenne una grande industria. In questo angolo storico il visitatore potrà ammirare la prima fisarmonica costruita da Mariano Dallapè, vera e propria rarità, chicca di tutto il Museo. Proseguendo nella visita ci si troverà di fronte alla ricostruzione di un piccolo laboratorio, con alcuni degli attrezzi di lavoro originali, ed a quadri espIi-cativi delle diverse fasi della lavorazione e del materiale utilizzato per la costruzione dello strumento.
 
Si entrerà quindi nell'esposizione vera e propria, in una zona più vasta divisa in tre parti che raccolgono una quarantina di strumenti separati in gruppi omogenei, in relazione alle fasi di evoluzione dello stru-mento, con particolare attenzione alle tecniche di costruzione. Oltre alle varie schede informative, non mancano foto e documenti d'epoca, attraverso cui si vuole rendere omaggio a Mariano Dallapè e a tutti gli altri che per circa un secolo sono riusciti a fare grande Stradella e a farla conoscere nel mondo.
 
L'Associazione Culturale Tetracordo, che proprio assieme all'Amministrazione Comunale di Stradella sta in questi giorni lavorando alla realizzazione di un grande progetto del quale si spera di riuscire a dar conto in uno dei prossimi numeri di Fisarmoniae, ha voluto tributare un ulteriore omaggio ai costruttori di fisarmoniche di Stradella, intitolando la locale sede della sua Organizzazione di Scuole di Musica proprio ad uno di essi, Ettore Crosio. Certo, queste poche righe non sono sufficienti per rendere la magica atmosfera che appassionati e non possono respirare entrando nei locali del Museo: soltanto visitandolo ci si può fare un'idea di quella che senz'altro è una delle più accattivanti opere di ricostruzione filologica delle vicende che hanno interessato la fisarmonica nel ventesimo secolo.


Livio  Bollanì

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