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Notizie
Marzo Aprile 1999 - Anno 1 #0


Non so cos'abbia di tanto comunicativo la fisarmonica che quando la sentiamo ci si stringe il cuore. Le chiedo scusa, signor lettore, per questo inizio da gregueria. Non mi era possibile cominciare altrimenti un pezzo che potrebbe avere l'ovvio titolo di "Vita e passione di uno strumento musicale". Io personalmente, farei innalzare una statua a questo mantice nostalgico, amaramente umano, che tanto ha dell'animale triste. Nulla so di concreto della sua origine, della sua lunga traiettoria zingaresca, della sua irrevocabile vocazione di vagabondo. Probabilmente ci sarà chi tenterà di salire lungo l'albero inutile di una complicata genealogia musicale fino a trovare, in non so quale ignoto punto della storia, il primo uomo che un bel mattino si svegliò con il bisogno impellente di inventare la fisarmonica.
 
A noi,signor lettore, nulla di tutto questo interessa. Dobbiamo rassegnarci a credere che - come tutti i vagabondi degni di questo nome - tale strumento si sia presentato dinanzi ai nostri occhi stupefatti senza certifìcati di nascita e buona condotta. Ha avuto - questo è indubbio - un'adolescenza dissipata, oscura, fitta di albe turbolente. I suoi migliori anni si sono dipanati nell'angolo anonimo, greve di vapori. di una taverna tedesca. [...] Così, con questa implacabile lezione di umanità, ho continuato a cullare la febbre delle periferie, dispiegando il suo ventre in tutti i porti come qualsiasi incorregibile marinaio. Il valzer francese è passato per i suoi polmoni dicendo quel carico di tristezza, quell'irreparabile malinconia che riempiva di stelle gli occhi delle Mignon e della Margot.
 
La.fisarmonica è sempre stata, come la nostra gaita, uno strumento proletario. Gli argentini hanno voluto imporle rango da salotto ma lei, nottambula inveterata, ha cambiato nome ed ha abbandonato i figIi bastardi. Il frac non si confaceva alla sua dignità di vagabonda convinta. Ed è così. La fisarmonica legittima, autentica, è questa che ha preso la nazionalità fra noi, nella vallata del Rio Magdalena. Si è incorporata agli elementi del folklore nazionale accanto alla gaitas, al millos ed ai tamburi della costa. Accanto ai chitarrini di Boyaca Tiolima, Antioquia. Qui la vediamo fra le mani dei giullari che vanno qua e là recando il loro caloroso messaggio di poesia. Qui indossa il suo vecchio abito da marinaio senza rotta. Poiché so che non le mancano nemici, ho voluto scrivere questo pezzo che ha un inizio e avrà una fine da gregueria. Ascolti la fisarmonica, amico lettore, e vedrà con quale dolente nostalgia le si stringerà il cuore.
 
Gabriel Garcia Marquez - da "Scritti Costieri", Maggio 1948
 
"FISARMONIÆ": UNA VOCE, UN SERVIZIO, UN CONTRIBUTO NUOVO PER LE FISARMONICA.

Nel rivolgere un breve saluto ed un benvenuto sulle nostre pagine ai lettori di Fisarmoniae, vorrei comunicare a quanti si avvicinano - per interesse o per caso al nostro giornale, la mentalità dalla quale siamo mossi. Desideriamo essere una nuova voce, un nuovo servizio e tentare di offrire un contributo al mondo della fisarmonica e degli altri strumenti ad ancia libera, mondo che da sempre ci appassiona e per il quale desideriamo solo l'avvento di tempi migliori. Già: tempi migliori.
 
Fisarmoniae nasce a Castelfidardo, patria mondiale della fisarmonica. Nella nostra città abbiamo rilevato un desiderio, da parte delle aziende del settore, di contrastare questo momento difficile proprio mediante modi di ragionare al passo con i tempi. Allora una nuova voce non potrà che far bene al settore. Dalla pluralità, dal confronto e dal dibattito certamente emergeranno energie e spirito nuovi per rilanciare la fisarmonica e la musica. E con questa stessa mentalità che auspichiamo al neonato Consorzio "Music Marche", pur con il difficile problema del confronto interno di tante individualità, di poter raggiungere presto risultati importanti. Un caloroso ringraziamento va agli sponsor, i quali ci permettono di nascere con tanto entusiasmo, e naturalmente a tutti i qualificatissimi collaboratori e sostenitori che ci auguriamo possano diventare sempre più numerosi in una prospettiva di continua crescita.


Loretta Bompezzo


Castelfidardo, patria mondiale della fisarmonica e sede di "fisarmoniae".

CLASSICO E ALTRO...
per uno strumento al di là dei generi

L'Associazione Italiana di Fisarmonica Classica (A.l.F.C.) si presenta ai propri soci e al movimento fisarmonicistico nazionale sostenendo entusiasticamente la nascita di "Fisarmoniae" con il quale intende informare sugli eventi culturali, le cronache, i dibattiti, i fermenti che ci sono attorno al nostro strumento.
 
Gli ultimi tempi sono stati un po' difficili e ci hanno costretto ad interrompere il nostro precedente notiziario che tanto interesse aveva suscitato sia in Italia che all'Estero, per trovare forme alternative di presenza sulla stampa del settore. Queste difficoltà non ci hanno impedito di continuare ad interessarci del nostro strumento, di incontrarci, di stabilire nuove forme di collaborazione con tutte quelle entità culturali che guardano con interesse allo sviluppo della fisarmonica; negli ultimi mesi inoltre ci è pervenuto un apporto incoraggiante di idee da parte di molti componenti del mondo della fisarmonica e musicale in generale, facendoci così sperare in una nuova vitalità ed in tempi migliori.
 
Ci siamo posti il problema se era il caso di modificare il nome della nostra Associazione, visto che con il passare degli anni, altre forme di espressione musicale si sono andate manifestando, mettendo in evidenza la necessità di spaziare non solo in quanto avviene nel campo della fisarmonica classica, ma anche in altri generi musicali dove lo strumento fortunatamente sta trovando una collocazione, grazie anche ad una mentalità più eclettica dei fisarmonicisti di nuova generazione.
 
Abbiamo avuto un certo timore ad uscire un po' da quel seminato (il classico) che ci ha visti per lungo tempo artefici di mille iniziative per portare lo strumento in ambito colto, lottando contro pregiudizi, stereotipi di ogni genere. È un timore però che abbiamo messo da parte, convinti del fatto che non è il genere di musica che si fa a qualificare uno strumento, bensì è la serietà, la preparazione culturale, la chiarezza di idee, ad evitare che si arrechino danni alla sua immagine. Si tratta solo di non fare confusione, come purtroppo ce n'è stata tanta negli ultimi decenni, tra ciò che esprime un fatto artistico, musicale, e ciò che non lo esprime.
 
Siamo profondamente convinti che allo stato attuale i fermenti presenti in settori musicali diversi (oltre al classsico, il jazz, la musica popolare, la canzone d'autore, la musica rock), siano la testimonianza di una presenza viva dei nostri fisarmonicisti sempre più confortante e sempre più consapevole a livello artistico. Abbiamo quindi espresso la volontà, pur lasciando inalterato il nostro nome (anche per motivi di ordine burocratico), di intendere la dicitura "fisarmonica classica" in senso più aperto, cogliendo tutte quelle istanze che vengono dai più diversi generi musicali, istanze che siano però accomunate dalla serietà d'intenti, da una consapevolezza culturale, da una vitalità creativa, cercando di superare quel nostro bisogno, ormai un po' stantìo, di certificare appartenenze più o meno nobiliari - la cui demarcazione è piuttosto labile - attraverso la preferenza di un genere piuttosto che di un altro.
 
La nostra Associazione vuole cercare di essere la voce di quanto di serio e di valido emerge nel campo fisarmonicistico; il materiale non manca fortunatamente. Contiamo sulla collaborazione di tutti per poter continuare questa nostra avventura, per arricchire, attraverso "Fisarmoniae", l'informazione sul nostro strumento.

 
Eugenia Marini

 
LA FISARMONICA E IL TEATRO Mi sono avvicinata al mondo teatrale per caso, in quanto per esigenze di copione cercavano una fisarmonicista donna. Benché anni prima avessi avuto altre esperienze con il Drammateatro, il lavoro che mi si proponeva era alquanto diverso, ed ero anche unica musicista in scena.Il testo, su adattamento teatrale della scrittrice Dacia Maraini, è in realtà tratto da un grande film: "Nella città l'inferno" che portò alle sue straordinarie interpreti, Anna Magnani e Giulietta Masina, prestigiosi riconoscimenti.
 
Ambientato nel 1958, è la storia di un carcere femminile in un misto di caratteri fortemente definiti, di diverse etnie e generazioni, che agendo in un ambiente di convi-venza forzata manifestano gioie, dolori, odi, amori e amicizie portate all'esasperazione. E' una sorta di tragedia nella commedia. Quattordici attrici, alcune note in televisione come Simona Cavallari e Mariangela D'Abbraccio, quattro attori, due celle, un corridoio e una fisarmonica convivono nel creare e sottolineare tutti i momenti difficili della vita in un carcere femminile. Entrare nella parte come personaggio e musicista è stato non semplice inizialmente, non essendo un attrice. La musica, sempre presente in tutti i cambiamenti scenografici, va ad esprimere tutti i differenti umori creati dagli attori.
 
Scrivere musica per teatro significa scriverla in modo che tutto, parole, pause, movimenti, scena, fluisca naturalmente, senza forzature. Il compositore G. Zumpano è stato attento nel considerare tutti gli aspetti di tale operazione e si è preoccupato di scrivere per il mio strumento, informandosi sulle particolarità tecniche, espressive e dinamiche, rimanendo stupito da tanta ricchezza armonica e timbrica. Il compositore riesce più facilmente a scrivere le sue idee musicali se non deve preoccuparsi anche di come scriverle per uno strumento che non conosce, evitando così, sia incongruenze tecniche che sgradevolezza del suono.
 
L'esperienza teatrale che ho vissuto mi è servita nel valutare che l'azione propria di fare musica è legata all'azione della parola, ad un avvenimento triste o gioioso; tant'è che lo stesso brano riproposto in più passaggi assume un diverso significato, influenzandone l'interpretazione. Questo legame è aiutato anche dalla proprietà espressiva e dinamica della fisarmonica creando intense emozioni e suggestive atmosfere. La musica deve interagire con la parola, con il movimento, aiutando a sottolineare maggiormente i momenti drammatici, profondi, allargando e allungando nello spettatore il senso visivo e uditivo.
 
Tra le varie tappe, lo spettacolo è stato rappresentato al Festival di Borgio Verezzi in Liguria, Palermo, al Festival di Taormina e a Milano. Ben venga dunque anche questa esperienza per i fisarmonicisti interessati, dando possibilità alla fisarmonica di essere notata in altri ambienti artistici, aprendo nuove e possibili prospettive artistico-lavorative.

 
Monica D'Emidio
 
PROGETTO CREARE MUSICA PER FISARMONICA
 
Un importante progetto che vedrà protagonista la fisarmonica denominato Creare Musica, verrà orga-nizzato dalla neonata Associazione Culturale Tetracordo di Stradella. Su una fase di questo progetto, la seconda, mi vorrei brevemente soffermare per trarre lo spunto per alcune riflessioni. Essa riguarda la proposizione di una serie di Lezioni-Concerto alle Scuole Elementari e Medie della provincia di Pavia in cui la fisarmonica reciterà una parte di grande rilievo: al fine di incentivare i giovani allo studio del nostro strumento è importante - secondo un punto di vista che penso non sia difficile condividere - che essa si ritagli uno spazio, piccolo o grande che sia, nella scuola dell'obbligo; inoltre, nel contesto di questo spazio, è importante che venga proposto un qualcosa che sia mirato a comunicare con i ragazzi e che non risulti finalizzato soltanto ad evidenziare la potenzialità e le qualità dello strumento.
 
Ecco così l'idea del Docente Tiziano Chiapelli, recente vincitore della categoria jazz ai concorsi di Castelfidardo, Pianello Val Tidone e Stradella, di rivisitare proprio in chiave jazzistica le colonne sonore dei cartoni animati e dei telefilm più amati dai ragazzi, invitando gli studenti ad indovinarne i titoli. Si tratta solamente di un esempio, che vuole comunque fungere da stimolo a chi legge a promuovere iniziative simili. L'Associazione Culturale Tetracordo ha peraltro stilato il calendario in modo che gli incontri cadano nei giorni immediatamente precedenti ai Concerti che, nelle stesse città, vedranno protagonisti il nostro strumento e, come è facile intuire, se la Lezione-Concerto è posta in certi termini, una discreta percentuale di ragazzi sarà incentivata a seguire anche il Concerto, magari in compagnia di genitori, parenti ed amici.
 
Parallelamente alle Lezioni-Concerto, sempre nelle stesse scuole, saranno organizzati Laboratori Musicali pomeridiani in cui i ragazzi avranno la possibilità di un primo approccio con lo strumento, senza alcun esborso per le famiglie, come sarebbe accaduto nel caso di un'iscrizione ad una Scuola di Musica. Nonostante il Laboratorio sia essenzialmente un'occasione per divertirsi, un incentivo a raggiungere qualche piccolo risultato sarà dato da un piccolo saggio, che si terrà insieme al docente, in occasione dell'ultima Lezione-Concerto dell'anno.
 
Con i Laboratori, però, non bisogna perdere di vista l'obiettivo principale, che è pur sempre quello di incentivare i giovani allo studio della fisarmonica e di creare interesse su tutto ciò che ruota attorno al nostro mondo.

 
Livio  Bollani

NOTIZIE IN BREVE
Da sinistra: Ruggieri, Bracardi, Di Gregorio (discografico e realizzatore del CD) e in basso Padre Nike.
 
   Importante affermazione per Renzo Ruggieri come arrangiatore e compositore di musica rap. Infatti ha scritto, arrangiato e suonato tutte le musiche dell'ultimo CD di Padre Maurizio (detto Padre Nike), il famoso frate italiano che usa la musica per diffondere le Sacre Scritture. Naturalmente nei brani di punta la melodia principale è stata affidata alla fisarmonica.
   Molte le critiche buone e le apparizioni in grandi trasmissioni televisive nazionali. Nel disco ci sono importanti collaborazioni fra cui: Fiorello (noto cantante e presentatore), Franco Bracardi (pianista del Maurizio Costanzo Show), Mauro De Federicis (chitarrista jazz), Cristina Casillo (soprano).
   Lo scorso 9 aprile presso il Barfly di Ancona, Massimiliano Pitocco si è esibito - questa volta al bandoneon - al fianco del famoso cantautore Vinicio Capossela. "Reading" era il titolo dello spettacolo che proponeva il mitico Vinicio nella veste di lettore di poesie, frammenti, deragliamenti (come egli stesso li ha definiti) e rancori.
   Naturalmente vi è stato spazio anche per la musica, e in particolare un momento tutto a sé Capossela lo ha voluto creare proponendo suoi testi su dei brani veramente molto suggestivi di Anìbal Troilo (grande bandoneonista e compositore argentino della cui orchestra ha fatto parte anche il giovane Piazzolla) magistralmente eseguiti da Pitocco. Il concerto era parte della Rassegna "Sconcerti" validamente concepita e diretta da Giovanni Seneca che includeva tra gli altri appuntamenti Stefano Benni con il Paolo Damiani Quartet, il duo Chimenti-Maraghini e i "Quintorigo" reduci dal successo di Sanremo.

   Renzo Ruggieri prosegue anche una frenetica attività quale jazzista. Dopo essere stato invitato quale special guest nell'ultimo disco di Paolo Di Sabatino, Ruggieri si propone di continuo con il suo "Renzo Ruggieri Group" nei vari locali della costa adriatica proponendo un repertorio di standards americani con al fianco collaboratori di grossa levatura quali il già citato Paolo Di Sabatino (pf.), Mauro De Federicis (chit.), Marcello Sebastiani (cb.), Alfredo Laviano (batt.) ed altri.
   È possibile ascoltarlo il giovedì presso il "Kapsiko Club" (Chieti), l'8 Maggio è previsto un concerto alla Fiera di Rimini (Disma Music-Show) e il 22 Maggio a Castel Di Sangro con l'Alice Project (formazione molto particolare dove suonano anche Geoff Warren al sax-flauto e Antonella Angelozzi all'arpa).


DITEGGIATURE PER FISARMONICA
Manuale destro a bottoni C grìff

Fino al mio primo incontro con Mogens Ellegaard non mi ero mai posto il problema della diteggiatura o meglio dell'uso di un dito rispetto ad un altro; il maestro danese mi dimostrò che ogni dito assolveva meglio una determinata funzione. Non solo, "spostando solo un dito" mi fece facilmente superare passaggi tecnicamente diffìcili (ahimè, quante ore di studio!). Da allora, il rapporto con la mia mano cambiò. Iniziai a studiarla nelle sue caratteristiche anatomiche e tecniche e a meditare a lungo prima di fissare la diteggiatura; capii che anche nella mano esistono delle dita migliori di altre nello svolgere un determinato compito e a noi esecutori non resta che scegliere oculatamente.
 
Le dita migliori sono senza dubbio l'indice ed il medio, veloci e precise sono "affidabili" in velocità e precisione di tocco; nelle scale è preferibile usare il medio una fila sopra o sotto rispetto all'indice, impiegandolo più file sopra il secondo dito, si avrebbe un eccessivo allungamento, più file sotto, si avrebbe un fastidioso incurvamento (si provi Sol-Do prima con 2-3 e poi con 2-3 e Si-Do prima con 2-3 e poi con 2-3).
 
Problemi invece esistono con pollice, anulare e mignolo. Il primo, svolgendo un movimento laterale anomalo rispetto alle altre dita non può darci il massimo della precisione e tantomeno uguaglianza nel tocco; sebbene garantisca una buona tenuta nei passaggi veloci, si consiglia di limitarne l'uso nei punti dove occorre maggiore sensibilità (ad esempio negli staccati): inoltre è opportuno impiegarlo quasi esclusivamente sulle prime due file e comunque, almeno una fila sotto rispetto altre dita (un passaggio Mi-Fa# è preferibile 1-2 e non 1-2). L'anulare (il dito più odiato da Schumann) ha il difetto di essere anatomicamente legato al medio. Anche se preciso (ideale per gli staccati) ha delle difficoltà (superabili con esercizi tecnici mirati) nell'eseguire, ad esempio, trilli con il medio.
 
Infine mignolo, essendo più corto degli altri, va usato almeno una fila sotto l'anulare col fine di colmare il gap di lunghezza. Ne consiglierei l'uso nei passaggi veloci, meno negli staccati.
 
Attenzione, l'obiettivo di questo scritto è quello di dare esclusivamente delle indicazioni destinate a: ragazzi che intendono iniziare a scriversi le diteggiature da sé e, usando queste indicazioni, si cer-cherà di riuscire ad essere scorrevoli, precisi e "rilassati", ma si dovrà spesso usare la quarta e quinta fila che potrà inizialmente creare qualche difficoltà di orientamento.
 
Comunque sia, è buona abitudine scrivere le diteggiature senza lasciarsi andare al "primo dito che capita" prima di iniziare a studiare un brano; sara più facile superare i passaggi tecnici difficili e potrete dedicare più tempo all'interpretazione.
 
Passiamo ora a considerare le risoluzioni alle singole situazioni di fronte alle quali potremmo avere delle difficoltà nelle scelte iniziando dai trilli.
(continua)

Cesare Chiacchiaretta
 
 

LA COMPOSIZIONE DEL LIED
Notizie sul programma ministeriale

Per quanto oggi sia possibile conseguire un diploma di Fisarmonica pienamente riconosciuto e parificato, molti fisarmonicisti hanno scarsa informazione circa questa possibilità. Eppure lo studio della fisarmonica classica, all'interno dell'istituzione musicale pubblica, da diversi anni fornisce la possibilità di acquisire gli stessi titoli di un qualsiasi altro strumento.
 
Il programma di studi è piuttosto impegnativo, non tanto per la parte pratico-strumentale, ma per le sue materie complementari. Esso si divide in un corso inferiore (V anno), un corso medio (\/lll anno) e un diploma finale (X anno). Già il corso inferiore prevede lo studio del pianoforte complementare con un programma quasi simile al V anno di pianoforte principale.
 
Ma questa è una questione su cui mi soffermerò in seguito. Vorrei invece parlarvi del "Lied", una piccola composizione che l'allievo deve comporre, secondo alcune regole, per la conclusione dell'esame di corso inferiore.
 
Il Lied è una piccola composizione che richiede almeno qualche elemento conoscitivo delle funzioni tonali, dunque dell'armonia classica. In seguito alla mia esperienza di docente, devo dire che risulta piuttosto difficile far acquisire ad un allievo di 8, 9 o 10 anni gli elementi base dell'armonia necessari per affrontare il Lied.
 
Pensiamo al semplice fatto che il Lied visto come una semplificazione della romanza, nel corso infenore di Composizione viene affrontato solo dopo un intenso e approfondito studio di bassi imitati e fugati e, inoltre, lo studio della Composizione è possibile solo ad allievi adulti secondo le norme ministeriali. Così ho visto molti candidati superare la prova grazie ad elementi che non avevano molto a che fare con le conoscenze musicali.
 
Per questo mi permetto di dire che il lied, fatto per l'esame di corso medio, e per la maggiore età dell'allievo e per i 2 anni di studio dell'armonia complementare, avrebbe avuto un altro senso, e sarebbe stato più interessante dal punto di vista formativo. Ma veniamo all'analisi di questa piccola composizione. In genere si consiglia la forma di 16+16+16 misure (a piacere + 4 di coda), oppure la forma più breve di 8+8+8 misure. In entrambi i casi c'è una regola armonica e melodica da seguire che naturalmente può variare a seconda del proprio insegnante; le forme che vi illustrerò, infatti, appartengono ad un tipo di scuola che può essere differente da un'altra. In pratica, non esiste una regola formale ben precisa e le differenze, pur minime, sono ovunque accettate.
 
La commissione consegna all'allievo una serie di temi a bassi standard e a bassi sciolti, ognuno di 4 misure con o senza l'ictus iniziale; tra questi l'allievo ne sceglie e ne sviluppa uno seguendone la linea melodica. L'allievo ha a disposizione il proprio strumento, un pianoforte e 6 ore per comporre - nel corso inferiore di composizione, per un compito simile, il candidato ha a disposizione 10 ore -. Cercherò con i seguenti grafici di illustrare la forma più breve, quella di 8+8+8 misure. Le prime 8 sono dette "esposizione", le seconde 8 "sviluppo" e le ultime 8 "ripresa" che può essere identica alle prime 8 misure. Il tema dato è costituito da 2 semifrasi, la prima antecedente denominata "A" e la seconda conseguente denominata "B".
 
Bisogna
dunque ricostruire una semifrase melodica "A" di intervalli più o meno simili al tema dato. Lo stesso discorso vale per la semifrase "B", rna non necessariamente per tutto il lied. Certo, non è semplice provare ad illustrare la forma lied in queste poche righe, ma spero servirà a sciogliere alcuni dubbi per affrontare in maniera meno incerta questa prova sicuramente impegnativa per i bambini. Nel prossimo numero mi occuperò della forma più lunga (16+16+16) e del pianofonte complementare.
 
Massimiliano Pitocco

 

ACCORDÉON ALLA RADIO

Non è un titolo francesizzato per far sfoggio di conoscenze linguistiche o per darsi un tocco di bizzarria o ricercatezza. Durante la trasmissione "Radio 3 Suite" dello scorso 3 aprile hanno fatto ascoltare l'accordéon! Già. Purtroppo. Come avvenute numerose altre volte in passato, quando il nostro strumento entra a contatto con i mass-media, non viene trattato come si potrebbe sperare. A volte mi scoraggio ripensando a questo burrascoso e sventurato ménage che c'è tra la fisarmonica e il binomio radio-televisione: una ripetitiva storia di occasioni perdute.
 
L'occasione di trattare noi fisarmonicisti quali persone normali è stata persa questa volta dal cantautore Gianluigi Cavaliere: questo interessante e originale musicista, autore della canzone "Bramo ma non t'amo" mi aveva - con la sua intervista in diretta telefonica - positivamente impressionato quanto a cultura e genuinità fin quando presentando gli strumentisti che hanno collaborato alla realizzazione del suo brano se ne esce fuori con un "Fabio Rossato: Campione del Mondo di accordéon".
 
La delusione é stata solo in parte mitigata dal fatto che l'ottimo conduttore radiofonico risponde a Cavaliere con un "si sente che è davvero molto bravo". Ed io dentro di me: "ci mancherebbe pure che Rossato non sia bravo così stiamo veramente a posto". Umiliazione doppia.
 
La parola "accordéon" rappresenta tutta la vergogna che si deve avere nel pronunciare la cacofinia "fisarmonica" (posso aggiungere al momento un estratto della presentazione radiofonica dell'opera "Outis" di Luciano Berio data alla Scala qualche tempo fa: Claudio Jacomucci, bajan).
 
E poi la vergogna di tutte le vergogne: alle soglie del nuovo millennio esiste ancora una disciplina che non riusciamo a far inserire nelle Olimpiadi e neanche nelle Universiadi; da soli ci dobbiamo giocare il CAMPIONATO DEL MONDO DI FISARMONICA. A Quando una Coppa RIMET.

 
Paolo Picchio

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