Notazione "actual pitch" e notazione "loco tastature"

Notazione "actual pitch" e notazione "loco tastature"


Written by: Paolo Picchio
Publication:
Date written: 2001

I fisarmonicisti che hanno cercato di approfondire i problemi relativi alla notazione delle partiture scritte per il loro strumento, si saranno trovati di fronte a due diversi "atteggiamenti" di scrittura; questi due differenti modi per codificare i suoni producibili con lo strumento "fisarmonica" sono stati denominati con due termini inglesi: "Actual pitch" e "Loco tastature".

"Actual pitch" sta ad indicare la grafia dell'altezza reale del suono che si vuole ottenere, lasciando poi all'esecutore lo spostamento di ottava necessario con i vari registri al fine di ottenere l'altezza indicata

Infatti l'esecutore deve tenere ben presente che tutti i registri dei manuale destro che contengono il 16' piedi danno un risultato sonoro di un'ottava inferiore rispetto al riferimento del tasto che viene premuto (ipoteticamente ponendo tutto in relazione a quello che viene considerato il "Do centrale").

Caso esattamente opposto al registro 4' piedi con il quale si ottengono suoni di un'ottava più alti.

Nei brani scritti invece con il criterio della "loco tastature" vi è un'esatta corrispondenza tra note scritte e tasti (e non suoni). Quindi il compositore indicando la registrazione si dichiara cosciente degli spostamenti di ottava (sul piano sonoro) che ne saranno conseguenza.

Ciò vale a dire che, nel caso di una fisarmonica a bottoni con 64 note, i tasti saranno indicati nell'ambitus Mi 1 - Sol 6 e, in quello di una fisarmonica con tastiera "a piano" di 45 note, nell'ambito Mi 2 - Do 6 (tra l'altro, anche su questo versante esiste una simbologia indicante le altezze delle varie ottave diversa per la fisarmonica rispetto agli altri strumenti).

Se di primo acchito non si dovrebbero avere dubbi circa la maggior semplicità della "loco tastature", non si possono però non riconoscere due enormi pregi alla "actual pitch":

1) facilitare il lavoro di compositori che non siano profondi conoscitori della fisarmonica e comunque scrivono per essa;

2) favorire una più corretta lettura della partitura nei brani di musica cameristica e sinfonica con inserimento della fisarmonica.
A supporto dell'altra tesi si può dire che uno strumento di antiche tradizioni quale l'organo, adotta un equivalente della "loco tastature".

Una possibile soluzione - a mio modesto parere - è comunque tutt'altro che lontana: infatti nel caso in cui tutti i registri con 16' dovessero portare l'indicazione di 8va sopra e quelli con 4' l'indicazione di 8va sotto, si può notare che in questo modo la "loco tastature" viene a coincidere con "l'actual pitch".

Questo in molti brani già avviene e sta a significare che la letteratura che non rispetta il principio "dell'actual pitch" non è comunque ingentissima (e, in gran parte dei casi, piuttosto retrodatata).

Prendiamo ora in esame cinque brevissimi esempi tratti da brani scritti con diversi "atteggiamenti" di codificazione.

Nella "Sonatina" di Fugazza, così come nelle altre opere di questo autore e in quelle di Volpi, Ferrari--Trecate, Melocchi, e per intenderci nella quasi totalità delle composizioni pubblicate dalle Edizioni Farfisa (ora Bèrben), si vede applicata una notazione "Loco tastature" considerata "ovvia" e quindi le note scritte fanno riferimento solo ai tasti al punto tale che i registri vengono visti quasi "solo in funzione della potenza sonora".

La trentunesima battuta del secondo tempo della "Sonatina" ne è un esempio eclatante. Dalla diciassettesima battuta del brano viene indicato il registro 8' e dalla trentesima un crescendo che sfocierà nel fortissimo della trentatreesima battuta.

Ora è evidente che sul secondo movimento della battuta riportata dall'esempio 1, vi sarà un abbassamento di suoni di un'ottava perché nel registro indicato (Master) è presente il 16'. Dunque sembrerebbe credibile dire che alla base di questo modo di vedere la notazione, i registri non vengano considerati come traspositori di ottava ma come "graduatori" di potenza sonora.
Esempio 1 - Felice Fugazza: Sonatina - 2° tempo - 31ma battuta (Edizioni Bèrben)

Cosa che non si può dire, al contrario, della "Acco-Music op. 225" composta nel 1976 dal grande compositore austriaco Ernst Krenek. Anche questo brano risulta scritto secondo il principio della "Loco tastature", ma, nella partitura vi sono delle indicazioni di ottava poste alla chiave (e non al registro) che si "preoccupano" di segnalare la reale altezza del suono emesso.

Quando nel registro indicato è presente il 16', la chiave di violino posta vicino ad esso porterà sempre l'indicazione di ottava sotto. Quando viene prescritto il 4' la chiave di violino porterà il segno di ottava sopra.

Alle battute 52 e 53 (esempio 2) viene indicato di cambiare registro mantenendo premuto il tasto del fa #. Si deve notare come le tre chiavi di violino (quella posta all'inizio del rigo con "ottava sotto", la successiva con "loco" e l'ultima con "ottava sopra") si "preoccupino" di segnalare che il risultato sonoro che si ottiene sia di due "salti" di ottava verso l'alto.
Esempio 2 - Ernst Krenek: Acco-Music op. 225 - 52ma e 53ma battuta (Edizioni Deffner)

Sebbene non si possa negare a questo ingegnoso sistema una indiscutibile correttezza, va però detto che esso è di scarsissima diffusione e che un suo uso anche nelle composizioni di musica da camera non sarebbe comunque di grande aiuto nella lettura generale della partitura.

Inoltre, ritornando a parlare in modo specifico del brano "Acco--Music", si deve (purtroppo) segnalare che il meccanismo delle "chiavi ottavate" si blocca nelle ultime due pagine della partitura dove compaiono dei registri 16'+4' e "Master" senza la chiave con ottava sotto e il registro 4' senza ottava sopra.

Per di più, tutto il discorso fatto non vale per la mano sinistra, dove l'indicazione del registro 4' per i bassi sciolti non viene mai accompagnata da nessuna segnalazione in chiave. La "Sonatina Piccola" di Torbjörn Lundquist offre la possibilità di affrontare alcuni importanti aspetti del rapporto tra i compositori e le loro scelte circa i registri indicati nei brani.

Questo pezzo è pubblicato dalla Hohner Verlag di Trossingen in Germania; nel catalogo di questa casa si trovano molti dei grandi nomi della letteratura per fisarmonica: Herrmann, Jacobi, Feld Brehme, Schmidt ed altri ancora.

In gran parte di queste composizioni vi è un modo di indicare i registri "quasi" corretto: pressoché sempre nel corso dei brano le indicazioni di ottava poste sopra (o sotto) i registri realizzano quella corrispondenza tra "Actual pitch" e "Loco tastature" che si ritiene auspicabile; però in alcuni momenti in cui viene indicato il registro pieno (Master) con note che si aggirano nella zona centrale e grave della tastiera (molto spesso nei finali ed in particolar modo in quelli più virtuosistici e fragorosi si preferisce rinunciare all'indicazione di 8va sopra (che comporterebbe una scrittura in parte in chiave di violino e in parte in quella di basso) lasciando tutto ad una improvvisa "Loco tastature" che fa scrivere tutte le note in chiave di Sol.

Queste annotazioni, che sono il segnale di una incompleta presa di coscienza di certe problematiche in quel periodo, sono interessanti dal punto di vista di una storia della letteratura per fisarmonica; ma anche molto interessante e curiosa è la questione che solleva l'esempio n.
Esempio 3 - Torbjörn Lundquist: Sonatina piccola - 2° tempo - 1a battuta (Edizioni Hohner).

All'inizio del secondo tempo della composizione vengono indicati i registri prescelti sia per il manuale destro che per il sinistro; subito dopo, altri due tra parentesi vengono indicati come possibili sostituti. Il perché non è difficile da intuire: rendere possibile l'esecuzione dei brano anche per strumenti di ridotte capacità, sia per numero di tasti che per possibilità di scelta dei registri.

} La conferma di questo si ha leggendo la prefazione al brano, scritta dal compianto Mogens Ellegaard ove si palesa il fine volutamente anche didattico di esso. Ma vi è un'altra domanda alla quale non è così facile rispondere: perché non indicare direttamente i registri proposti tra parentesi e quindi eseguibili con tutti i modelli di fisarmonica, sia piccoli sia grandi?

In altri termini la questione diventa questa: dato che il risultato di altezza di suono non cambia, perché è stato indicato (al manuale destro) per gli strumenti grandi il 16' all'ottava sopra e non l'8' naturale? Stessa cosa al manuale sinistro: perché il 4' all'ottava inferiore e non il normale 8'?

Una risposta fantascientifica proporrebbe di trasferirsi a Trossingen (che vuol dire fisarmoniche Hohner) nel 1967 alla presenza di Lundquist ed Ellegaard. Un altro tipo di risposta - questa molto più concreta e "fattibile" - asserirebbe che evidentemente il suono di questi due diversi registri proposti è simile ma non identico. La spiegazione va ricercata nei "problemi" costruttivi della fisarmonica e, sicuramente, i fattori che concorrono a questa "diversità sonora" sono molteplici.

Provo ad elencarli: il diverso grado di angolazione tra i due contrapposti lati del somiere, la diversità delle dimensioni dei fori per il passaggio dell'aria (sia alla base dei somiere che sul fondo metallico), la diversa posizione che la "voce" ha nella sequenza (verticale) delle varie "caselle" dei somiere, l'alzata della valvola e soprattutto il suo grado di (inevitabile) obliquità che essa ha (e che condiziona fortemente le direzioni dei flussi d'aria) e che per forza favorisce il suono e il "rendimento" di un registro rispetto all'altro.

L'esistenza di questo tipo di problematiche spezza una lancia in favore dell'Actual pitch. Sicuramente l'adozione di questo tipo di notazione renderebbe più facile la vita ai compositori e manterrebbe "allenati" i fisarmonicisti alla lettura delle altezze.

Il fisarmonicista deve sempre essere attento a coprire e "mascherare" i difetti dei proprio strumento. Si deve pensare che Lundquist (non si sa con quanto aiuto da parte di Ellegaard) abbia ritenuto i registri indicati per primi come i più adatti al raggiungimento delle esigenze musicali da lui ricercate in questo "Cantando".

Esso è una breve pagina dal carattere sommesso, lirico, nella quale, restando entro certi limiti dinamici (viene indicato al massimo il mezzoforte), si deve essere però il più espressivi possibile.

Le composizioni scritte con notazione "Actual Pitch" esplicita non sono moltissime. A questa categoria appartiene la "Toccata" di Alain Abbott. Si è voluto utilizzare il termine "esplicita" per mettere in risalto il fatto che i criteri di funzionamento di tale tipo di scrittura vengono dichiarati nella prefazione che precede il brano e che, al fine di evitare fraintendimenti, ciò dovrebbe essere sempre fatto.

Abbott scrive: "quest'opera è stata scritta all'esatta notazione del diapason, in quanto il suono indicato sul pentagramma è il suono dell'ancia più bassa". Dunque: sono state scritte le note corrispondenti alla reale altezza dei suoni che devono essere prodotti dallo strumento; in presenza di registri a più "voci" sarà l'ancia più grave a dover rispettare l'altezza indicata.

All'esecutore viene dato il compito di rispettare tale precetto e il compositore indica i registri come fossero una pura e semplice scelta timbrica. Come mostra l'esempio n. 4 (prima battuta del brano), per il manuale destro è stato indicato il registro 16' (in questa grafia i puntini raffiguranti le file di ance "suonanti" vengono scritti sulle righe del cerchietto del registro e non sugli spazi).

L'esecutore dovrà dunque tenere ben presente di suonare una ottava al di sopra rispetto alla lettura delle no
Esempio 4 - Alain Abbott: Toccata - 1a battuta (Editions Françaises de Musique Technisonor).

Prendendo in considerazione questo brano, non si può certo dire che il compito che Abbott lascia agli esecutori sia gravoso dato che in tutto il brano (103 battute) indica solamente tre registri. Nonostante ciò, viene spontaneo pensare che, se il problema si limitasse al solo discorso dei brani per fisarmonica sola, tutto si potrebbe risolvere semplicemente con una utopistica assemblea "universale" nella quale i fisarmonicisti si dovrebbero accordare su un qualsiasi sistema di notazione a loro piacimento.

Ma la cosa cambia quando si inizia a parlare di letteratura cameristica: in essa questo tipo di notazione permette una maggiore correttezza nella lettura della partitura complessiva e certamente non svierebbe a quanti non sono conoscitori delle convenzioni fisarmonicistiche.

Per tutti i motivi che sono emersi nell'esame di questi primi quattro esempi musicali, si viene a ribadire il concetto per cui la situazione maggiormente auspicabile è quella in cui la "Loco tastature" venga a coincidere con "l'Actual Pitch".

Per ottenere ciò, tutti i registri in cui è presente il 16' dovrebbero avere l'indicazione di 8va sopra e il registro di 4' quella di 8va sotto. Ad esemplificare tale situazione è idonea la "Sonata n. 1 op. 143 a" di Vagn Holmboe, opera del 1979 dedicata a Mogens Ellegaard e al quale certamente si deve la sistemazione dei simboli fisarmonicistici presenti in partitura.

Come mostra l'esempio n. 5, all'inizio della Fuga (IV tempo) è indicato il registro 16'+4' che comprensibilmente reca l'indicazione di 8va sopra; nello stesso brano, 10 battute dopo viene prescritto un registro di 4' all'8va sotto

Esempio 5 - Vagn Holmboe: Sonata op. 143 a - 4° tempo - 1a e 2a battuta (Edizioni Hansen).

Si è già accennato al fatto che tale soluzione non risolve il problema dei numerosi tagli addizionali sulle note "estreme" del doppio rigo ma non si può negare il fatto che, quando tutte le partiture adotteranno questo principio, esse verranno lette da un fisarmonicista russo come da uno danese come da uno francese (e come da un pianista) senza rischio di malintesi.
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